Recensione: "L'Apicultore di Aleppo" di Christy Lefteri

Buondì miei carissimi Hearts,
devastata dai primi virus stagionali (non facciamo proprio mancare niente!), torno da voi per parlare di una delle letture più intense al momento in circolazione, ovvero L'Apicultore di Aleppo di Christy Lefteri, già in libreria per Piemme, che si ringrazia per l'invio di una copia del romanzo in omaggio.

Titolo: L'Apicultore di Aleppo
Autore: Christy Lefteri
Editore: Piemme
Serie: Autoconclusivo
Data pubblicazione: 24 Settembre 2019
Genere: Narrativa
Pagine: 304
Formato: digitale (euro 9,99) cartaceo (euro 18,50)
Si può restare attaccati a un sogno, quando tutto il resto è perduto? Le api non avevano segreti per Nuri, negli anni felici della sua vita ad Aleppo: le conosceva, ne sapeva interpretare le danze, i ritmi, l'incredibile miracolo della loro società perfettamente unita. La sua vita, in Siria, era semplice e insieme ricca; lui si occupava delle arnie, sua moglie Afra inventava mille colori per dipingere il mare con le sue mani e i suoi occhi di artista, il piccolo Sami giocava tranquillo. Ma poi la Siria ha cominciato a cadere a pezzi, e così la famiglia di Nuri. Adesso, Sami non c'è più, e Afra è diventata cieca: nei suoi occhi, che hanno improvvisamente smesso di vedere, Nuri rivede ogni giorno il suo stesso dolore, e tutto ciò che, insieme, hanno perduto. Ma negli occhi color del miele di sua moglie, Nuri trova anche dell'altro: una ragione per resistere, per lottare, per continuare a vivere. Lottare per lei come per la piccola ape senza ali che adesso Nuri sta curando proprio lì, in Inghilterra, dove lui e Afra sono arrivati dopo un viaggio pericoloso e straordinario. Un viaggio che Nuri ha voluto intraprendere per seguire l'unico sogno che gli resta. Quello di tornare, un giorno, a sentire la risata di Afra, che era la cosa più bella del mondo.

“Stiamo tutti cadendo lentamente, non è vero Nuri? ed è meglio non cadere soli, meglio cadere insieme. Ricordi le api, che lavoravano in perfetta unione?”

L'Apicultore di Aleppo non è una lettura coccolosa e confortante, una di quelle che non necessita una soglia di attenzione alta, no, L'Apicultore di Aleppo è invece una di quelle letture che non solo richiede cura ma che pretende la massima concentrazione, sia mentale che, soprattutto, quella emotiva.

La storia raccontata da Christy Lefteri, adornata da una cover davvero stupenda, ti trafigge anima e cuore già dopo le prime righe, ancora non hai fatto in tempo a finire il primo capitolo e già sai che di quella storia non ti dimenticherai facilmente, anzi!

In Siria, a casa, Nuri era un apicultore di Aleppo, le api erano la sua  vita, se ne prendeva cura con amore e passione mentre la moglie, Afra, dipingeva il mare di infinite sfumature, guardando loro figlio mentre giocava tranquillo. Poi però tutto è precipitato perchè la Siria è caduta in pezzi, uno dopo l'altro i tasselli che componevano una vita familiare serena sono andati in frantumi, perdendosi gli uni con gli altri. La guerra ha sconvolto tutto, riducendo in macerie un Paese intero e con esso il suo popolo, uomini e donne spezzati, famiglie distrutte, come quella di Nuri che ha dovuto lasciare la propria casa, la Siria, dilaniata dalla perdita più atroce, quella del figlio. Il viaggio verso l'Inghilterra sarà anche emotivo per Nuri ed Afra, lui pieno di speranza e lei, distrutta dalla perdita del figlio e della vista. Se sorrisi ed amore erano il pane quotidiano nella famiglia di Nuri ed Afra, oggi non ne rimane più neanche l'eco lontano, se non nel cuore di Nuri che ancora sa sperare.

L'Apicultore di Aleppo è una storia che trafigge il cuore, lo fa rimpicciolire per il dolore fino a diventare piccolo piccolo ed indifeso. Il viaggio dalla Siria all'Inghilterra non sarà facile per i due protagonisti, io personalmente ho provato tantissima empatia verso Afra, non so quante volte avrei voluto abbracciarla forte. Afra è una donna devastata dalla perdita più grande, quella del figlio. Lasciatasi andare del tutto, il forte dolore l'ha resa cieca, come se la donna non avesse più voglia di vedere un mondo in cui non c'è Sami, il suo bambino. I colori e le loro sfumature avevano sempre dato significato alla vita di Afra che, da pittrice quale è sempre stata, sentiva la loro forza e potenza ma, oggi, in questa donna distrutta non c'è posto per alcun colore, solo ombre nere ed il vuoto.

Nuri è un uomo devastato, sì, però il suo animo è talmente tenero da far sciogliere il cuore. Nuri è un uomo che sa sperare e che è ancora capace di amare, non so personalmente se, al posto suo, sarei stata tanto coraggiosa perchè, sì, ci vuole più coraggio nel decidere di sperare ancora che nel lasciarsi andare.

L'unica voce narrante è Nuri, è attraverso le sue parole che mettiamo insieme tutti i tasselli di questa storia ed è tramite Nuri che conosciamo Afra. Come ho detto, ho sentito una grandissima connessione con lei che, nel corso della storia, sarà capace di una grande evoluzione. Se infatti all'inizio Afra si sentirà sconfitta e si rinchiuderà nel suo dolore, arrivata in Inghilterra, saprà dare forza al marito. Afra e Nuri sono una delle coppie più formidabili di cui abbia letto proprio perchè sono entrambi autentici. Un marito ed una moglie che hanno perso il loro unico figlio non sempre riescono a confortarsi, Nuri ed Afra saranno capaci di rimanere insieme, dandosi l'un l'altro il conforto di cui hanno bisogno, comprendendo i propri silenzi, assecondandosi a vicenda ma anche forzandosi di trovare la forza di sostenere entrambi quando l'altro l'ha esaurita.

Straziante e devastante, questa storia parla di guerra ma anche e soprattutto delle macerie che questa assurdità si lascia indietro, parla di esilio dalla propria casa e dalla propria identità, così come parla del pregiudizio, della paura del diverso e del coraggio che ci vuole nell'affrontare insieme i dolori più grandi.

Personalmente sono rimasta senza fiato per l'autenticità delle immagini che l'autrice mi ha messo davanti ed io, incapace di distogliere lo sguardo, ho sofferto ed ho pianto come solo le grandi storie fanno fare. Lo stile della Lefteri è vivido ed immaginifico, non sempre lineare ma autenticamente potente.

Se amate le storie potenti, quelle che hanno tanto da dire, quelle sulle quali non puoi non rimuginare, che ti insegnano qualcosa o che semplicemente ti spingono a guardare dietro le apparenze, beh, L'Apicultore di Aleppo sono certa faccia al caso vostro, è potente, semplicemente potente.




Voi lo avete letto? Lo leggerete? Pensate faccia al caso vostro? Vi eravate già soffermati su questa pubblicazione? Io vi auguro buon weekend e vi do appuntamento a lunedì per iniziare una nuova settimana librosa insieme.



L'abbraccio più grande del mondo,

1 commento

  1. L'ho letto e alla fine avevo un groppo in gola e le lacrime agli occhi @

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Adoro fangirlare con voi heartreaders, grazie quindi per ogni commento!