Buondì miei Cuori di Libri,
iniziamo la giornata libresca parlando un romanzo davvero crudo ma anche necessario, un romanzo che si presenta come il retelling della leggenda nipponica di Yamauba ma che è anche molto di più.
Il vuoto di Yamauba è firmato da Emanuela A. Imineo ed è già disponibile sia in edizione cartacea che digitale per Press & Archeos.
Titolo: Il vuoto di Yamauba
Autore: Enabuela
Editore: Press & Archeos
Serie: Autoconclusivo
Data pubblicazione: 10.5.21
Genere: Retelling
Pagine: 226
Formato: digitale (euro 7,99) cartaceo (euro 14,00)
Giappone, età feudale. Yamauba è divenuta mamma di uno splendido bambino. Il marito, stanco di quella donna che ormai ha trovato nel figlio il fulcro dell’esistenza, escogita con sua madre un piano per liberarsene: spingerla al suicidio, facendole credere di aver avvelenato il piccolo con il proprio latte. Così avviene e Yamauba, additata come strega e aggredita dagli abitanti del villaggio, è costretta a rifugiarsi in una caverna sui vicini monti. Convinta di aver ucciso il figlio decide di lasciarsi morire ma, per volere degli Dei, Yamauba sopravvive scivolando nella follia. Tra foreste cupe e distese innevate, la sua unica compagnia saranno gli Yōkai: spiriti crudeli e pericolosi, votati all’inganno. Guidata da uno di essi, Yamauba cederà ai peggiori istinti, nutrendosi di carne umana e accettando di perdere l’anima.
Si ringrazia per l'invio di una copia omaggio
Il vuoto di Yamauba è uno dei romanzi più cupi ed oscuri che abbia mai letto, un romanzo che scava e riporta a galla l'incubo di ogni madre, quello di essere separata dal proprio figlio, quello di fare del male, inavvertitamente, alla propria creatura.
Nato come retelling dell'antico mito di Yamauba, la strega cannibale, il nuovo romanzo di Emanuela A. Imineo spezza le ossa. Oscuro, crudo e profondo, non è certo un romanzo per tutti, nè per ogni momento ma, se letto da chi è davvero pronto a guardare in faccia le ombre più oscure, credo possa essere indimenticabile.
Spezza-ossa, ecco come definisco Il vuoto di Yamauba, un romanzo che non è un mero retelling, è molto di più.
Yamauba è una giovane madre che dona tutta se stessa al suo bimbo. Un tempo Yamauba aveva votato la sua vita al marito, annientando se stessa. Con la nascita del figlio gli equilibri sono stati spezzati e Yamauba ha aperto gli occhi, comprendendo cosa sia davvero l'amore autentico. Il compagno, sentendo di aver perso il suo malsano potere su Yamauba, deciderà di vendicarsi nel peggiore dei modi, non solo separerà la madre dal figlio ma le farà credere di averne procurato la morte.
L'abisso in cui cadrà Yamauba, alimentando dalla sterile solitudine, scatenerà l'incubo che la divorerà. Le scene a cui assisterete sono cupe e strazianti, da madre ho avuto la pelle d'oca per tutta la durata della lettura. Emanuela A. Imineo scrive senza paura, senza censura, annegando lei stessa nell'incubo, non arretrando mai di un millimetro.
Lo stile narrativo è (lo saprete bene se avete già letto Emanuela) eccezionalmente vivido e suggestivo. La scrittura è pulita e fiera, non perde tempo in giri di parole, preferisce andare al sodo e lo fa conficcando una lama nel cuore del lettore. Sebbene forse avrei preferito avere un prologo, non si può negare che, iniziata la lettura, le emozioni (rigorosamente nere) prendono il sopravvento e riempiono ogni spazio. Non troverete redenzione alla fine del libro, scordatevi pure l'happy ending, non è questo il caso. Non stiamo parlando di una fiaba qui ma di un vero e proprio incubo, tanto disumando da condurre Yamauba fra le ombre più nere, fino a farla diventare essa stessa un'ombra.
Chi è un profondo conoscitore del Giappone feudale probabilmente conosce già il mito di Yamauba, fra queste pagine però saprà riscontrare delle licenze poetiche che rendono il testo molto intimo, dotato di una carica emozionale immensa.
Al centro di tutto c'è chiaramente il vuoto di Yamauba, il dolore accecante, disumano, inguaribile di una madre che crede di aver causato la morte del figlio, una madre esiliata, colpita, mutilata, una donna che diventa un guscio vuoto di rimpianto, di dolore, di morte, di odio.
Il lettore assiste sgomento, scosso dai brividi, ai fatti, impotente, trafitto da una lama di dolore fino ad un finale che potrebbe sconvolgere ma in linea con quanto letto.
Il vuoto di Yamauba non è un libro per tutti, questo dovrete tenerlo a mente, ho paura che potrebbe sconvolgere gli animi fragili o comunque che non sono pronti a scontrarsi con le ombre più nere, ma è un romanzo che dona forma all'incubo, alla paura e che risplende del nero più cubo.
Per chi non teme l'abisso, per chi non teme il passaggio dall'umano al disumano, dall'amore più grande all'odio più nero. Fin dove può spingersi l'odio? Fin dove può spingersi la crudeltà? Lo scoprirete tra queste pagine e sarà straziante.
E voi avete già letto Emanuela A. Imineo?
Avete mai sentito parlare della leggenda sottesa a questo suo nuovo romanzo?
L'abbraccio più grande del mondo,
Nessun commento
Adoro fangirlare con voi heartreaders, grazie quindi per ogni commento!