Recensione: "La figlia dello straniero" di Joyce Carol Oates (Review Party)

Buondì Cuori di Libri,
è finalmente giunto il tanto atteso venerdì ed io, prima di augurarvi di trascorrere un librosissimo weekend, sono prontissima a puntare tutti i riflettori del blog su LA FIGLIA DELLO STRANIERO di Joyce Carol Oates, un romanzo di narrativa storica acclamato dalla critica ed amato dai lettori che torna in libreria grazie a La Nave di Teseo.


Vi piace la narrativa storica? Mi raccomando di non perdere nessuna recensione del nostro evento!


Titolo: La figlia dello straniero
Autore: Joyce Carol Oates
Editore: La Nave di Teseo
Serie: Autoconclusivo
Data pubblicazione: 1 Ottobre 2020
Genere: Nasrrativa Storica
Pagine: 784
Formato: digitale (euro 7,99) cartaceo (euro 22,00)

In fuga dalla Germania nazista alla vigilia della guerra, la famiglia Schwarts si trasferisce in un piccolo paese dello stato di New York. Il padre, che in patria si era laureato ed era stato un professore di matematica e tipografo, è costretto ad accettare l'unico lavoro disponibile, il becchino. Ma i pregiudizi dei concittadini nei confronti dei nuovi arrivati e la fragilità degli Schwarts, ancora provati dalle esperienze vissute in Europa, portano a una tragedia imprevedibile. Rebecca, la figlia dello straniero, è costretta a crescere in fretta e a imparare presto, insieme al piccolo Niley, che in fondo l'America è anche questo: partire e reinventarsi. Riuscirà quel giovane, immenso e violento paese a proteggere una madre e suo figlio? Dal genio letterario di Joyce Carol Oates, un romanzo sulle radici che tengono unita una famiglia, nonostante tutto. Una storia che scopre le contraddizioni del mondo in cui viviamo, che parla dei muri che ci dividono e dei gesti d'amore che li possono abbattere.


Si ringrazia la CE per l'invio di una copia del romanzo in omaggio


Joyce Carol Oates ha ricevuto numerosi importanti riconoscimenti, tra i quali vale la pena ricordare: la National Medal of Humanities, il National Book Critics Circle Ivan Sandrof Lifetime Achievement Award, il National Book Award e il PEN/Malamud Award for Excellence in Short Fiction. Autrice enormemente prolifica, ha scritto alcune delle opere più significative del nostro tempo, tra le quali: Blonde, Epopea americana, I ricchi. Per La nave di Teseo ha pubblicato Ho fatto la spia (2020). Insegna alla Princeton University ed è membro dell’American Academy of Arts and Letters dal 1978.
La figlia dello straniero è stata una lettura intensa durante la quale mi sono trovata a rileggere più volte alcuni passaggi. Appartenente al filone della narrativa storica, questo romanzo racconta una storia che copre un nutrito lasso temporale, snodandosi tra presente e passato. Dopo un primo momento di disorientamento iniziale  sono riuscita a vedere la scena tridimensionalmente, grazie ad una penna che magari non sarà immediata ma che non può non dirsi profonda.

Attraverso un piccolo prologo, conosciamo subito Rebecca, la figlia del becchino, mentre poi pian piano, di pagina in pagina, l'autrice costruisce intorno a lei la scena, presentandoci i personaggi chiave della storia.

Capiamo subito però che è Rebecca la protagonista  da scoprire, quella con la quale dobbiamo entrare in empatia se speriamo che il libro ci regali qualcosa di speciale. Se vi steste chiedendo a questo punto se ce l'ho fatta a sentire Rebecca sottopelle, beh, sappiate che la risposta è "a tratti", è una protagonista molto particolare in fondo.

Rebecca ha un background importante, la sua non è stata una vita facile e non lo è tutt'ora, c'è in lei una sorta di malinconia, una tristezza che la porta a sentirsi sempre straniera in terra straniera.

La famiglia di Rebecca, di origine tedesca,  si trasferì in America proprio prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Se il padre aveva da subito proibito alla famiglia di parlare nella loro lingua madre, forzando l'integrazione, il processo non si è mai davvero concluso. Ancora oggi Rebecca si sente straniera, a tratti incompresa. A distanza di decenni, ha ancora molto di irrisolto nel rapporto con il padre, sì, quel padre che purtroppo scopriamo essersi rivelato poi capace di atti di violenza. Se il trasferimento  in America per certi versi era stata una salvezza, la famiglia di Rebecca ha comunque subito una sorta di emarginazione razziale anche nella terra delle libertà. Se a casa il padre di Rebecca era stato uno stimato professore, in America sarà costretto a fare un lavoro umile come quello del becchino e la sua famiglia sarà purtroppo oggetto di scherno antisemita.
Ci sono due modi per reagire a tutto questo e sicuramente il padre di Rebecca ha scelto quello sbagliato, lasciandosi andare a dispotismo ed atti di violenza di cui veniamo a conoscenza attraverso dei flashback.

Oggi Rebecca è una donna, una moglie, sì, ma anche il nuovo rapporto familiare non sarà scevro da problematiche, tanto che Rebecca si troverà costretta a lasciare la casa coniugale portando con sè il figlio, continuando a non sentirsi protetta, al sicuro o semplicemente compresa.

La vita di Rebecca è raccontata passo passo dall'autrice, ho sperato fino all'ultimo di vedere una Rebecca felice, se lo meritava questa protagonista che ha tanto sofferto, il finale però devo ammettere che non mi abbia propriamente soddisfatta ma non posso non reputarlo in linea con la storia.

Il ritmo narrativo scelto dall'autrice per  raccontare la storia di Rebecca è rilassato e naturale, in certi passaggi anche troppo per i miei gusti, ma capisco che la storia possa richiedere questa scelta in fondo. Lo stile narrativo è curato ma mai pomposo, il romanzo si legge senza problemi nonostante la mole. Cosa ha rallentato la lettura quindi? Rebecca. Già. Non essere perfettamente entrata in sintonia con la protagonista non mi fa dare un giudizio pieno al romanzo purtroppo.

La figlia dello straniero non credo sia un romanzo per tutti nè per ogni momento, porta infatti il lettore ad uno scavo emotivo molto profondo che comporta il misurarsi con molta tristezza. Se però siete in cerca di un romanzo che racconti una storia profonda, snodata tra presente e passato, una storia che parla di appartenenza, di intransigenza e delle conseguenze del disamore ricevuto durante l'infanzia che si riversano nel presente, credo che La figlia dello straniero possa fare al caso vostro.



Non dimenticate di leggere le altre recensioni del nostro evento per scoprire tutte le sfaccettature di questa lettura.



L'abbraccio più grande del mondo,

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