Recensione: "Bianco" di Laura Bonalumi

Buondì miei Cuori di Libri,
il romanzo di cui parliamo oggi è una delle pubblicazioni per ragazzi che per me rappresenterà il 2020, una lettura che ho desiderato dal primo momento in cui i miei occhi si sono posati sulla sua meravigliosa cover e che mi ha regalato una storia che mi ha scossa nel profondo dell'anima. Indimenticabile.


Come già avrete intuito, sto parlandi di BIANCO di LAURA BONALUMI che trovate già in libreria per IL BATTELLO A VAPORE.


Titolo: BIANCO
Autore: Laura Bonalumi
Editore: Il battello a vapore
Serie: Autoconclusivo
Data pubblicazione: 20 Ottobre 2020
Genere: Distopia, libri per ragazzi
Pagine: 240
Formato: digitale (euro 7,99) cartaceo (euro 16,50)

Fuori dalla chiesa, la peggiore bufera di neve che si ricordi. Dentro la chiesa, sette persone rifugiate e isolate dal mondo. Una ragazza, una donna, due bambini, un uomo, un prete, un ladro. Tutti hanno perso qualcosa di molto prezioso. Ma nessuno ha perso la speranza di uscire da lì, salvarsi e tornare nel mondo esterno. Mentre fuori la nevicata non accenna a diminuire, dentro i viveri scarseggiano e ogni decisione può fare la differenza tra sopravvivere e morire.

Si ringrazia la CE per l'invio di una copia del romanzo in omaggio

Dopo una lunga esperienza nel settore pubblicitario, ha scoperto la passione per la scrittura ed è diventata autrice di libri per ragazzi. Vive in provincia di Milano e viaggia molto per incontrare i suoi lettori. Con Il Battello a Vapore ha già pubblicato Il lago del tempo fermo, Voce di lupo e Ogni stella lo stesso desiderio.

La lettura di Bianco mi ha tramortita. Letteralmente. Se ero rimasta incantata dalla semplice magia della cover, la storia che la Bonalumi ha magistralmente raccontato mi ha lasciata ben più che senza fiato. Già le prime parole mi si sono conficcate nel cuore come schegge di ghiaccio. 

Fredde. 
Taglienti. 
Ineluttabili.

Avvinta e senza fiato non ho potuto fare altro che divorare pagina dopo pagina con il cuore dilaniato. Già, perchè il cuore la Bonalumi me lo ha frantumato, rendendolo prima sottile come una lastra di ghiaccio per poi affondarvi le sue parole che, come lame affilate, hanno appunto spaccato quella lastra, gettandomi nel freddo di un ghiaccio senza fine, nel suo Bianco.

La voce narrante che ci accompagna per tutta la lettura è quella di Isabella, solo una ragazzina ma un essere umano che ha già subito i peggiori dolori della vita.

Il mondo in cui vive Isabella, il nostro mondo, è ghiacciato, immerso in un bianco che all'inizio destava un magico stupore, l'innocente sogno di un bianco Natale, e che poi si è presto trasformato in un incubo. Già, perchè la Terra, stanca dei nostri maltrattamenti, ha deciso di ribellarsi, generando un grido profondo e cupo, ricoprendosi di bianco ghiaccio e gelando così i suoi abitanti.

Isabella, rimasta sola al mondo dopo la morte dei genitori e del fratello, sarà salvata da Davide, un giovane che, armato di coraggio ma anche afflitto da molti sensi di colpa come poi scopriremo, non si risparmia nel cercare altri superstiti. Sarà così che Isabella conoscerà Don Pietro, un giovane sacerdote , ed il suo piccolo gruppo di ragazzi salvati dal gelo.

Don Pietro, Davide, Miriam, Anna, Luca e successivamente Giovanni diventeranno la nuova famiglia di Isabella, un gruppo di superstiti che il destino ha messo insieme e che devono fare i conti con il dolore del lutto, lo smarrimento della perdita e la paura di un domani che non si sa se mai arriverà.

Isabella è una ragazzina che dovrebbe cimentarsi con i compiti, tribolando per delle interrogazioni, non certo per la propria vita. Dopo aver dovuto vedere addormentarsi per sempre la sua famiglia, Isabella stenta nel fare entrare in lei amore ma Don Pietro ed i ragazzi che vivono adesso con lei entreranno pian piano nel suo cuore, scalfendo giorno dopo giorno la cortina di ghiaccio che Isabella ha eretto. 

Se Don Pietro è la voce della della fede, Isabella incarna sentimenti ben più umani, due facce della stessa medaglia. Un fascio di rabbia e dolore, Isabella mi ha spaccato il cuore, davvero. Se la fede di Pietro non vacilla, quella di Isabella quasi non esiste più, i suoi pensieri sono duri, crudi ma perfettamente umani. C'è davvero Qualcuno lassù nella cabina di regia? E se così è, perchè ci fa questo? Perchè non ferma tutto, gridando semplicemente STOP? Purtroppo non c'è risposta a questa domanda, la fede sta proprio in questo, nel credere senza avere alcuna garanzia, credere nonostante tutto, e Pietro questo lo spiegherà molto meglio di quanto potrei mai fare io, senza però al contempo mai essere pressante oppure categorico.

Pagina dopo pagina mi sono sempre più affezionata a tutti i protagonisti di questa storia. Isabella crescerà moltissimo nel corso della lettura, lo farà passo dopo passo, mettendosi in gioco, aprendosi sempre di più senza però mai perdere la propria identità.

L'incontro con Giovanni, l'ultima aggiunta al gruppo, scioglierà gradualmente il cuore di Isabella, tra i due nascerà infatti un legame sempre più solido, intimo. Se all'inizio Isabella mostrerà di tenere ben chiuse le porte del suo cuore, Giovanni saprà farvi breccia e lo farà grazie ai libri che sono estremamente importanti per Isabella ma anche per lui. Se Isabella quando venne salvata da Davide decise di portare con sè solo due libri ed una fotografia, anche Giovanni dimostra di aver fatto lo stesso, non separandosi mai dalla sua logora copia de La storia infinita.

"Se il mondo dovesse finire resterebbero le parole dei libri; le parole e i pensieri scritti nei libri."

E poi ci sono Miriam, Anna e Luca. Le loro storie mi hanno devastata. Se Miriam è una mamma che ha subìto l'immane dolore della perdita del figlioletto, Anna e Luca sono due bambini che hanno perso i loro genitori. Il dolore ancora una volta dimostra di non guardare in faccia nessuno ed affonda le sue lame lì dove diventa atroce.

La vita però resiste, il genere umano è forte, in fondo forse una scintilla di divinità  il Divino Creatore ce l'ha concessa e si materializza lì dove il cuore umano sperimenta ciò che viene volgarmente chiamato resilienza.

Laura Bonalumi, con uno stile meravigliosamente fluido caratterizzato da periodi brevi e dalla scelta accurata delle parole, ha scritto una storia destinata a rimanere nel mio cuore.

Affrontando tematiche come lutto, perdita, resilienza, coraggio e sopravvivenza, l'autrice ha scritto un vero capolavoro di cui consiglio la lettura a tutti coloro che non hanno paura di provarsi emotivamente, ne uscirete provati, sì, da queste pagine ma anche profondamente arricchiti.

Ogni scuola dovrebbe adottare Bianco come testo scolastico, non c'è momento migliore per leggere la storia di Isabella e dei suoi compagni, una storia che sembrerebbe essere stata ispirata dal periodo storico che viviamo ma che invece, come la stessa autrice ci confessa, è nata nel 2019, quando appunto lo scenario che viviamo apparteneva solo alla finzione letteraria e cinematografica.

Non c'è lettura più profonda da affrontare in questo momento, non c'è romanzo più intenso da vivere sulla propria pelle che possa mai arricchirvi più di Bianco, un libro immortale che vi parlerà della vita che sopravvive-  sempre - perchè anche nel dolore più profondo l'essere umano è creato per continuare a sperare e sopravvivere . Uniti. Tutti insieme. Sì, perchè è solo insieme che ci salveremo, che la minaccia sia il gelo oppure un virus spietato. Le grandi battaglie si combattono insieme, fianco a fianco. Non ho dubbi che l'essere umano ce la farà ma potrà farlo solo se avremo fiducia gli uni negli altri, solo se ameremo il prossimo come noi stessi e solo se ci crederemo davvero. Così come Isabella ed i suoi amici erano guidati dall'ansia di trovare altri superstiti, anche noi dobbiamo fare tesoro di queste lezioni di vita, da soli si può vincere una battaglia, le guerre si vincono insieme, uniti. E' la nostra umanità che lo richiede perchè, no, l'essere umano non è fatto per la solitudine, esprime davvero tutto se stesso e la propria parte divina solo quando ama e si dona al prossimo.



Grazie di cuore Laura Bonalumi per aver scritto questa storia, non so spiegare quanto Bianco mi abbia arricchita, spero però di esserci andata il più vicino possibile. Aggiungo quindi solo semplicemente: grazie.



L'abbraccio più grande del mondo,

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