Recensione:" La città delle ragazze" di Elizabeth Gilbert

Buondì a tutti miei carissimi Cuori Librosi,
il martedì nel Regno dei Libri è tutto dedicato ad una lettura che non ho divorato ma gustato lentamente, una lettura intensa e corposa che mi ha fatto incontrare nuovamente un'autrice che avevo imparato ad apprezzare tempo addietro, sto parlando di Elizabeth Gilbert che questo autunno è tornata in libreria grazie alla Rizzoli con il suo La città delle ragazze.




Titolo: La città delle ragazze
Autore: Elizabeth Gilbert
Editore: Rizzoli
Serie: Autoconclusivo
Data pubblicazione: 17 Settembre 2019
Genere: Narrativa
Pagine: 496
Formato: digitale (euro 9,99) cartaceo (euro 20,00)

Feste clamorose, attori seducenti, dive egocentriche, e poi musica, risate, luci che si accendono. Vivian ha novantacinque anni, ma se chiude gli occhi torna la diciannovenne che sbircia da dietro le quinte del teatro di zia Peg. L'anno è il 1940, la città New York. È lì che scopre un mondo più eccitante di quanto avrebbe mai sperato. È lì che bisogna abbandonare la mentalità provinciale da cui arriva. Per lei ora saranno avventure meravigliose e una sequela di errori, alcuni inevitabili, altri irreparabili. Che la porteranno, però, a trovare se stessa e un amore diverso da tutti gli altri.


Si ringrazia la Rizzoli per l'invio di una copia del romanzo in omaggio
Ho voluto leggere La città delle ragazze in primis spinta dal ricordo della penna fluida che ha caratterizzato l'esordio della Gilbert. Ricordo con estremo piacere la lettura di Mangia, prega, ama, il romanzo dal quale, tra l'altro, è strato tratto l'omonimo film interpretato da Giulia Roberts, una delle mie attrici preferite.

Mangia, prega, ama era stato un romanzo che aveva saputo darmi tanto, grazie ad una storia intensa ed una penna a dir poco fluida. Con La città delle ragazze, la Gilbert si riconferma un'autrice a dir poco eccezionale e magnetica, raccontando una storia ancor più d'impatto se vogliamo, una storia che si prende subito la scena già a partire dal suo incipit.

La protagonista de La città delle ragazze è Vivian che, oggi ultra novantenne, si ritrova a ripercorrere con la mente i suoi ricordi di ragazza, quando era una fanciulla nata in provincia e, una volta trasferitasi in città, si ritrova a vivere la luccicante New York degli anni '40, anni di certo non facili che devono fare i conti con una reputazione molto sui generis. Il 1940 per l'Europa segna uno degli anni più neri dell'umanità, New York vivrà il conflitto in maniera diversa ma comunque inevitabilmente la guerra toccherà la nostra protagonista, anche se, ve lo dico subito, in modo diverso da come siamo abituati a leggerne.

Leitmotiv della lettura è sicuramente la libertà nella sua forma pura. La New York del 1940 è la città giusta se ti senti diverso dagli altri e vuoi davvero sentirti te stesso senza la paura di essere giudicato o cosa.

Vivian, trasferitasi dalla zia Peg che la farà entrare nel mondo del Teatro, farà l'incontro di persone che non accettano di essere nessuno al di fuori di se stesse. Abile nel cucito, Vivian inizialmente si dedicherà ai costumi di scena ma, pian piano, vivrà sempre più intensamente la vita di New York (e del Teatro) che la investirà, portandola a prendere molte decisioni, alcune delle quali sbagliate.

Da giovane ragazza di provincia, Vivian dovrà maturare in fretta per poi diventare una donna matura che non ha paura di fare i conti con le proprie scelte. In questo caleidoscopico viaggio molti sono i personaggi che entreranno nella vita di Vivian, tutte personalità intense, caratterizzate dalla voglia di imporsi per ciò che sono, senza mezze misure. Attrici disinibite, amori in corsa, amici scomparsi, scelte sbagliate e poco consapevoli, uniti al dolore della perdita, rendono ogni pagina di questo romanzo intensa e dannatamente autentica.

La città delle ragazze non è un libro per tutti nè per tutti i momenti. Le tematiche trattate sono tante, tutte molto intense e vissute con il piede sull'acceleratore. Questa sostanzialmente è una lettura ruvida, spinosa e non adatta, a mio parere, a chi non si sente pronto ad esagerare

L'amore raccontato dalla Gilbert questa volta abbraccia ogni livello di espressione, alzandone i toni per dovere di autenticità. La città delle ragazze è un romanzo scritto divinamente che però va approcciato solo al momento giusto, quando ho iniziato a leggerlo confesso di non essere stata nel mood giusto e credo proprio sia stato per questo che le pagine non sono volate. Ho voluto fare una piccola pausa quindi e, dopo averlo ripreso, ho premuto sull'acceleratore fino alla fine. Questo per dirvi che La città delle ragazze non racconta una storia semplice da digerire - tra l'altro i personaggi di cui racconta sono molto lontani dalla sottoscritta -  e necessita di animo aperto per accogliere una storia che amplifica ogni emozione.

La mia valutazione complessiva, ad oggi, è di 4 corone (aka stelline). Scritta magnificamente bene, sono stata travolta dall'intensità della storia ed ancor più da un'ambientazione ricreata a regola d'arte dall'autrice. Forse non ero pronta all'inizio per La città delle ragazze e credo che sarà un romanzo che rileggerò in futuro, credo infatti che una Ely più matura potrà apprezzarlo ancora più intensamente.



Avete letto La città delle ragazze? Siete lettori della Gilbert? Pensate che questo romanzo possa fare al caso vostro? Fatemi sapere, io intanto vi do appuntamento a domani!



L'abbraccio più grande del mondo,

2 commenti

  1. Non ho mai letto nulla di Elizabeth Gilbert, ma tra tutti i suoi romanzi La città delle ragazze è sicuramente quello che mi incuriosisce di più.
    Sembra una lettura in grado di intrattenere il lettore trattando al contempo tematiche importante, un giusto equilibrio tra peripezie dei personaggi e riflessioni più profonde!

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  2. È il terzo libro che leggo dei suoi,adoro la sua scrittura,per me è straordinariamente vera.

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Adoro fangirlare con voi heartreaders, grazie quindi per ogni commento!