Recensione: "Il nome del vento" di Patrick Rothfuss - Review Party

Ben ritrovati miei carissimi Cuori Librosi,
rieccomi nel Regno per parlarvi di un romanzo che ha una lunga storia alle spalle e che per il Natale 2019 è ritornato in libreria in un'impeccabile nuova veste confezionata dalla Mondadori (Oscar Vault), sto parlando di Il nome del vento di Patrick Rothfuss!



Con grandissimo piacere partecipo quindi oggi al Review party che promuove questa chicca del Fantasy internazionale, mi raccomando quindi di non perdere le altre recensioni dell'evento.


Titolo: Il nome del vento
Autore: Patrick Rothfuss
Editore: Mondadori
Serie: The KingKiller Chronicle #1
Data pubblicazione: 26 Novembre 2019
Genere: Fantasy
Pagine: 768
Formato: cartaceo (euro 25,00)
"Ero distante solo due dozzine di piedi, lo vedevo perfettamente nella luce del tramonto. La sua spada era pallida ed elegante, tagliava l'aria con un suono freddo. La sua bellezza quella perfetta della porcellana. Era un Chandrian, un distruttore, e aveva appena massacrato la mia famiglia". Per ritrovare quella mostruosa creatura e vendicare la sua famiglia, Kvothe è pronto a tutto. Costretto ad affrontare la fame e qualsiasi tipo di pericolo, il ragazzo sente crescere dentro di sé un potere magico che lo porterà all'Accademia, una spietata scuola di magia in cui nessun errore è permesso. Ma chi resiste ai duri anni dell'apprendistato poi sarà in grado, forse, di affrontare i propri spietati nemici e gli incubi peggiori. E Kvothe ora è pronto a vendicare il popolo nomade di attori con cui è cresciuto, massacrati insieme ai genitori dai demoni Chandrian, è pronto a diventare quello che sarà: potente mago, abile ladro, maestro di musica e spietato assassino, l'eroe che ha ispirato migliaia di leggende.

La serie è composta da:
1. The name of the wind (Il nome del vento)
2. The Wise Man's Fear
3. Doors and Stone


Si ringrazia la Mondadori per l'invio di una copia del romanzo in omaggio
Non conoscevo la fama de Il nome del vento quando mi è stato proposto di leggerlo. Perchè ho accettato? Fate una visita alla pagina di Patrick Rothfuss su Goodreads e ve ne accorgerete da soli. Il primo commento che vi apparirà in cima a tutti gli altri è stato lasciato da un certo (zio) Jay Kristoff  (l'autore delle celeberrime Nevernight Chronicles) che, qualche anno fa, scriveva su Goodreads non solo di aver letto questo romanzo ma di considerarlo il miglior epic fantasy letto nell'ultimo decennio. Devo davvero aggiungere altro? 

Se zio Jay si espone così, beh, direi che non avrei mai potuto leggere referenze migliori per un libro di cui - mea culpa - non sapevo niente. Mi ha ulteriormente spinta nella decisione di leggere Il nome del vento anche la splendida nuova edizione firmata da  Oscar Vault (perchè nasconderlo?!) che sta inanellando di questi tempi una serie di gioielli librosi davvero eccezionali.



Ma cosa posso dirvi de Il nome del vento a lettura conclusa? Beh, posso dirvi che sinceramente penso Jay Kristoff avesse assolutamente ragione e che Il nome del vento sia un romanzo che ogni amante del genere a cui appartiene non possa proprio perdersi.

La storia raccontata da Patrick Rothfuss è totalizzante, ricca di dettagli ed estremamente vivida. Mi sono sentita avvinghiare da ogni pagina di questo romanzo, ogni frase era al suo posto, ogni parola necessaria e ben calibrata.

Ho sottratto principesse a re dormienti nei tumuli. Ho ridotto in cenere la città di Trebon. Ho passato la notte con Felurian e me ne sono andato sia con la vita, sia con la sanità mentale. Sono stato espulso dall’Accademia a un’età inferiore a quella in cui la maggior parte della gente viene ammessa. Ho percorso alla luce della luna sentieri di cui altri temono di parlare durante il giorno. Ho parlato a dèi, amato donne e scritto canzoni che fanno piangere i menestrelli. Potresti aver sentito parlare di me.

Raccontata dal Cronista, la storia di Kvothe è densa e suggestiva, affascinante e totalizzante. La storia ha inizio nella Locanda della Pietra Miliare dietro il cui bancone troviamo il nostro protagonista, oscuro e misterioso, l'Assassino del Re, pronto a catalizzare immediatamente la nostra attenzione. Kvothe è un protagonista di cui non si sa quasi niente all'inizio, ne avvertiamo le potenzialità, ma lo conosceremo pian piano durante la lettura. Il passato di Kvothe non è oscuro e misterioso per tutti però, presto sapremo che Kvothe è una figura davvero leggendaria, nelle sue vene scorre epicità e le sue gesta sono diventate immortali perchè narrate da immortali canzoni. Sarà proprio Kvothe a narrare la sua storia di cui, in questo primo romanzo, conosciamo appunto l'inizio, immergendoci nei racconti relativi all'infanzia ed alla formazione di Kvothe stesso, iniziato alla magia nella famosa Accademia dalla quale poi scopriamo essere stato espulso.



Da grande narratore quale Rothfuss dimostra fin da subito di essere, la lettura procede spedita e rapida, nonostante la mole complessiva del romanzo che - lo ricordiamo - è solo il primo di una trilogia. Lo stile narrativo dell'autore ha rappresentato una delle più piacevoli sorprese per me, perchè mi sono trovata davanti ad una prosa estremamente fluida e vivida, tanto da non farmi certo scoraggiare dal numero delle pagine che, come accennato, ho reputato necessarie e strumentali dalla prima all'ultima.

L'ambientazione descritta da Patrick Rothfuss è vivida, oscura e magica. Intrisa di magia, mito e leggende, la storia raccontata da Rothfuss è oggi arricchita da preziose immagini, dettagli che rendono ancora più intensa l'esperienza di lettura e che conferiscono ulteriore valore ad un romanzo già prezioso ed unico. 


La figura di Kvothe spicca al centro della narrazione, stagliandosi viva e centrale, indimenticabile e suggestiva ma anche i personaggi minori risultano ben caratterizzati, strumentali a Kvothe ma sicuramente iconici anche loro.

« Il suono che fece fu come un sogno che muore, e mi provocò lo stesso tremendo, ansante dolore al petto. »

Il nome del vento parla di destino, di vendetta, di coraggio, di leggende, di sangue ma anche di magia e potere, tutto combinato insieme al motore catalizzante, ovvero l'amore. Siamo di certo solo all'inizio di una storia epica, suggestiva ed ammaliante che mi ha regalato scene adrenaliniche, ricche di pathos, leggendarie ed indimenticabili. Kvothe non lesina di aggiungere molte descrizioni al suo racconto, descrizioni che conferiscono autenticità ad un fiume di parole che appare però sempre autentico, un fiume che non vedo l'ora riprenda a scorrere.

Siamo solo all'inizio della storia, Kvothe ha appena iniziato a raccontarci di come è diventato la figura leggendaria che è, io non vedo l'ora di lasciarmi incantare ancora dalla sua voce. Se amate il fantasy, vi prego di non farvi scappare l'occasione di conoscere la storia di Kvothe nella nuova edizione Oscar Vault, preziosa in ogni più piccolo dettaglio. Non cercate spoiler però, non barate, lasciatevi invece trasportare dalle parole di Kvothe, seguendo il ritmo della sua memoria, non ve ne pentirete!



Ma ditemi adesso voi cosa ne pensate! Avete già letto questo romanzo? Conoscete l'autore? Siete appassionati del Fantasy? Vi intriga la nuova veste in cui questo capolavoro è tornato in libreria? Vi aspetto nei commenti e naturalmente mi raccomando di non perdere le altre recensioni del Review party.


L'abbraccio più grande del mondo,

4 commenti

  1. Wow che romanzo! Ammetto la mia ignoranza, non lo conoscevo prima di questa uscita, dalle foto che hai postato sono rimasta incantata. Da prendere assolutamente!

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    1. E' veramente TOP per gli amanti del fantasy.. poi questa edizione è magnifica!

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  2. Fossero romanzi fantasy autoconclusivi (sempre più rari purtroppo) l’attesa non sarebbe così snervante, se poi come ha dichiarato la storia l’aveva già scritta per intero, solo da revisionare e rifinire non trovo giustificazioni per attese simili. Alla fin fine Rothfuss ha scritto nulla di rilevante, non è nulla di particolarmente originale, un Harry Potter più saccente e antipatico.
    Ci sono autori come Steven Erikson e Brandon Sanderson che scrivono saghe ben più lunghe, complesse e di spessore in tempi decisamente minori.
    Questa mania del perfezionismo assoluto per giustificare l’attesa spesso è un’arma a doppio taglio, io ho finito col mollarla e i 2 libri usciti li ho venduti, il secondo libro non ha portato la storia avanti, tanto brodo allungato.
    Altra dichiarazione dell’autore è che questa saga è un PREQUEL di un’altra. Un prequel di una serie che non ha ancora pubblicato. Genio.
    Già attese del genere sono poco sopportabili per autori di lungo corso, uno che in 3 lustri ha scritto solo 2 libri non dovrebbe tirarsela in questo modo con la scusa del perfezionismo. Tra l’altro visto che il secondo non ha portato avanti la storia non so se il terzo basterà a chiudere questo ciclo, ops, prequel quindi anche quando sarà finito non sarà finita perché dovremo aspettare un’altra serie. Se i tempi sono questi, bye bye.

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  3. Ciaoooooo! Finito da pochissimo e direi che la mia voglia di fantasy per ora è stata saziata ahahaha (qui la mia recensione).
    Mi è piaciuto moltissimo, dall’inizio a più o meno tre quarti (l’ultima parte, sarà che non sopporto la bella di turno, ma mi è sembrata molto più lenta e noiosità… Speriamo il rapporto tra i due migliori nei seguiti). La cosa che senza dubbio ho amato maggiormente è la miriade di dettagli che Rothfuss ha inserito per caratterizzare questo mondo: dalla passione per la musica, alle tradizioni, alla valuta, alla droga. Straordinariamente dettagliato e ammaliante, ma del resto come si fa a non amare un protagonista come Kvothe e una storia che lo riguarda?
    Non vedo l’ora di leggere il secondo e spero Rothfuss si decida presto a far uscire il terzo ahah.
    Un abbraccio, Rainy

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Adoro fangirlare con voi heartreaders, grazie quindi per ogni commento!