Blog Tour: "Il mio nome era Anastasia" di Ariel Lawhon - Il tesoro perduto dei Romanov

Buondì a tutti Hearts,
la giornata di oggi è particolarmente regale nel Regno dei Libri, sapete? Eh sì, proprio stamattina infatti nel nostro Regno fa tappa il Blog Tour che promuove "Il mio nome era Anastasia" di Ariel Lawhon, già in libreria grazie alla Piemme.

Si ringrazia la Piemme per l'invio di una copia del romanzo in omaggio

Dallo scorso 15 Luglio e fino a domani, ogni giorno una di noi partecipanti all'evento vi sta parlando di un aspetto correlato a questo meraviglioso, oltre che intrigante, romanzo. Mi raccomando di non perdere nessuno dei nostri articoli, ognuno dei quali racchiude una chicca che, sono certa, vi farà ancora di più innamorare di questa straordinaria pubblicazione. Eccovi il calendario del nostro Blog Tour per rimanere sempre sintonizzati:




Come il titolo suggerisce, Il mio nome era Anastasia parla proprio della celebre Granduchessa, figlia dell'ultimo Zar di Russia Nicola II e della Zarina Alexandra. Dopo la fatidica notte fra il 16 ed il 17 Aprile del 1917, quando a Jekaterinenburg venne uccisa l'intera discendenza dello Zar, ebbe inizio il mito di una delle figlie minori della reale coppia, Anastasia appunto. Il mito, i racconti e le leggende metropolitane narrano infatti che la Granduchessa Anastasia riuscì a scappare durante l'assedio al Palazzo e che quindi fu l'unica sopravvissuta alla strage reale, l'unica superstite della stirpe dei Romanov.

La verità è rimasta da sempre avvolta nel mistero, in molte ragazze si sono presentate quali la vera Anastasia ma, ad oggi, il mistero aleggia ancora sulla figura della Granduchessa più celebre e misteriosa di tutti i tempi.



Il mio nome era Anastasia

Ariel Lawhon


Editore: Piemme
Prezzo: Rigido 19,50€ Ebook 9,99
Pagine: 448
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa  Storica

Trama: Era il 16 luglio del 1918 quando i tumulti che scuotono la Russia dopo la Rivoluzione d'Ottobre prendono forma in uno degli atti più violenti che la storia dell'impero ricordi: l'esecuzione a sangue freddo dell'intera famiglia dello zar Nicola II Romanov. Sua moglie e i suoi figli furono tutti freddati a colpi di fucile nei sotterranei della casa di Ekaterinburg dove erano agli arresti domiciliari. Nessuno sopravvisse, o almeno così si pensò.È il 17 febbraio del 1920 quando una giovane donna viene ritrovata a Berlino, in un canale, vicina alla morte per assideramento. In ospedale, ormai salva, i medici scoprono che il suo corpo è ricoperto di orrende cicatrici. E quando finalmente la donna apre bocca, sarà per dire il proprio nome: Anastasia. In molti non le credono: per loro è solo Anna Anderson, una polacca emigrata in Germania, a cui interessa soltanto la fortuna della famiglia zarista. Ma in Europa comincia a diffondersi, tra reali in esilio e circoli dell'alta società, la voce che la giovane Anastasia sia sopravvissuta. Che la figlia più piccola dello zar Nicola II e della zarina Alessandra, la spericolata bambina che tutti amavano, sia ancora viva.


Da calendario, oggi il mio compito è quello di parlarvi del tesoro perduto dei Romanov, siete pronti a rifarvi gli occhi con alcune delle meraviglie che impreziosivano gli scrigni dello Zar e della famiglia reale?

IL TESORO PERDUTO DEI ROMANOV

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Si racconta che la lungimirante Zarina Alexandra affidò parte dei gioielli di famiglia alle suore del monastero di Ivanov le quali, dopo lo sterminio della famiglia reale, per paura di essere implicate, diedero i preziosi ad un venditore di pesce e fornitore del monastero, pregandolo di custodirli gelosamente ma l'uomo, dopo essersene vantato pubblicamente, venne perquisito dalla Polizia, la quale requisì i gioielli e, sebbene il rapporto della Polizia venne ufficialmente stilato, nulla si seppe della sorte di tali preziosi.

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Si stima che fra i gioielli vi fossero tiare, diademi, collane e bracciali per un valore di attuali 9 milioni di euro.

La lungimirante Zarina non aveva però dato tutti i suoi preziosi alle suore, buona parte li aveva conservati per far fronte all'eventuale esilio della sua famiglia, ben lontana dal pensare che l'esilio sarebbe stato commutato in un atroce sterminio.

All'interno dei corsetti e degli indumenti personali della famiglia e dei fidi servitori , la Zarina aveva fatto cucire minuziosamente innumerevoli pietre preziose tra cui diamanti, zaffiri, rubini e smeraldi.

Durante la fucilazione, i membri della famiglia reale  furono inizialmente salvati da quelle pietre che fungevano da preziosi giubbotti anti proiettile , per questo, almeno inizialmente, i membri del plotone d'esecuzione temettero che forze soprannaturali stessero proteggendo la famiglia reale, la quale sembrava rimanere illesa agli spari.



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Altri gioielli della corona imperiale russa si sparsero in tutto il mondo seguendo gli eredi minori della famiglia, ad iniziare dall'Imperatrice Madre, ovvero la madre dello Zar Nicola II, che li lasciò in eredità alle figlie minori.
Non solo diademi, tiare, anelli e monili personali, arricchivano i forzieri dello Zar, erano alquanto famose anche e soprattutto le uova del Maestro Gioielliere Fabergè che lo Zar era solito regalare, durante le festività pasquali, alla madre, l'Imperatrice Madre, ed alla moglie, la zarina Alexandra.

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Le note  uova di Fabergè simboleggiavano la rinascita ed arricchivano a dismisura gli scrigni reali perchè esse erano impreziosite dalle stampe più raffinate e dalle pietre più preziose. Al loro interno queste uova, a loro volta, contenevano altri piccoli monili, una meraviglia dentro un'altra meraviglia insomma. Di anno in anno, il Maestro forgiava questi gioielli che, nel tempo, divennero una vera e propria collezione privata dello Zar e della Famiglia Imperiale.

Lo Zar era tale per diritto divino, ecco quindi che alcuni dei gioielli della corona avevano persino una valenza sacra. Le "regalie" sono infatti quei gioielli che venivano usati durante l'incoronazione dello Zar che avveniva durante una solennissima cerimonia. Lo Zar, incoronandosi da solo, dimostrava di essere legittimato da Dio stesso, il suo potere terreno era dunque assoluto ed i gioielli preziosissimi ne testimoniavano la grandezza.

Ogni oggetto aveva una sua solenne simbologia che mostrava la persona dello Zar quale Imperatore Supremo di Tutte le Russie e pertanto ogni oggetto era inestimabile.

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Oggi le regalie sopravvissute alla Rivoluzione si conservano presso  il Museo del Fondo dei diamanti del Cremlino ma purtroppo buona parte andarono perdute dopo la Rivoluzione ed il conseguente periodo Comunista.

Molti sono i gioielli imperiali conservatisi ma altrettanti si pensano siano scomparsi, inghiottiti dal tempo come i misteri relativi alla Granduchessa Anastasia.

L'impero russo è stato uno dei più sfarzosi del passato, l'Impero più vasto al mondo ha da sempre contrapposto i tesori più grandi alla più assoluta miseria in cui versava il suo popolo ed i gioielli ne testimoniano la grandezza.

Molto è stato raccontato sui Romanov ma molto altro rimarrà un mistero, fatto sta che, dai gioielli inestimabili alla sorte della Granduchessa, i Romanov rimangono ancora oggi la famiglia reale più misteriosa.

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Siete anche voi dei royal addicted come me? Adorate i misteri della dinastia dei Romanov? Non sono assolutamente splendidi questi gioielli? Vi invito a visionare le apposite immagini di Pinterest, vedrete che rimarrete incantati.

Se anche voi siete affascinati dalla figura di Anastasia e dalla ragazza che, in modo più verosimile di altre, ha sempre sostenuto di essere la Granduchessa perduta, vi consiglio assolutamente di non perdere Il mio nome era Anastasia che vi aspetta in libreria grazie alla Piemme. 

Spero stiate seguendo il nostro Blog Tour per saperne di più su questo bellissimo romanzo ma, in caso contrario, che aspettate a recuperare i post che vi foste persi?


L'abbraccio più grande del mondo,
Ely

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