Recensione: "40 cappotti e un bottone" di Ivan Sciapeconi

Rieccomi da voi miei Cuori di Libri,
emozionata e felice di parlarvi di 4O CAPPOTTI E UN BOTTONE, romanzo firmato da IVAN SCIAPECONI , da oggi in libreria per PIEMME.



Titolo: 40 CAPPOTTI E UN BOTTONE
Autore: IVAN SCIAPECONI
Editore: PIEMME
Serie: AUTOCONCLUSIVO
Data pubblicazione: 18.1.22
Genere: HISTORICAL FICTION
Pagine: 208
Formato: digitale (euro 9,99) cartaceo (euro 17,50)

Una storia luminosa, inedita e sorprendente. Una storia vera. Uno squarcio di ottimismo nell'orrore della Shoah, 40 ragazzi messi in salvo da un'intera cittadinanza. Questo libro è per loro, per i salvati e i salvatori, perché non siano mai dimenticati. Ma anche perché ancora oggi la normalità del loro eroismo ci commuove e ci sfida a non abbandonarci a facili paure e all'indifferenza. Estate 1942. Alla stazione di Nonantola, in provincia di Modena, scendono quaranta ragazzi e bambini ebrei. Sono scappati dalla Germania nazista grazie all'organizzazione di Recha Freier e, con i loro accompagnatori, stanno cercando di arrivare in Palestina, ma la guerra li ha costretti a continui cambi di direzione: prima la Croazia, poi la Slovenia, ora l'Italia. A Nonantola vengono sistemati appena fuori dal paese, a Villa Emma. Sembra che il peggio sia passato. Ci sono lezioni, assemblee e i più grandi imparano mestieri che un giorno potrebbero essere utili. Tra i ragazzi e le ragazze di Villa Emma c'è anche Natan, che inizialmente vede tutta questa attenzione con sospetto. Bruciano ancora il ricordo del padre trascinato via nella notte, l'addio della madre e del fratello più piccolo. Eppure, a Villa Emma non ci sono stelle gialle da appuntare al cappotto, né ghetti, né retate nella notte. Sembra di essere in un mondo completamente nuovo, dove i contadini portano cibo, il falegname i letti, dove ognuno può fare la propria parte. Con l'otto settembre del 1943, però, a Nonantola iniziano ad accamparsi le truppe naziste e per i ragazzi di Villa Emma c'è una nuova fuga da organizzare. Questa volta non sono soli, però, questa volta hanno un intero paese a lottare per loro.

Si ringrazia la CE per l'invio di una copia del romanzo in omaggio
Gennaio non è solo il mese dei buoni propositi, il primo mese dell'anno è anche noto per essere dedicato alla "memoria", al ricordo di una delle pagine più vergognose firmate dall'Umanità, quella passata alla storia come Shoah.

Ebbene, leggere un libro sulla Shoah non è sempre una decisione facile, il timore è sempre quello di ritrovarsi tra le mani un romanzo duro, cupo, una storia che, soprattutto nei tempi bui che viviamo, si teme possa appesantire le nostre giornate. Se deciderete di leggere 40 CAPPOTTI E UN BOTTONE non dovrete però preoccuparvi di questo, perchè il romanzo d'esordio di Ivan Sciapeconi è un inno alla speranza, al sorriso, al coraggio e alla solidarietà.

Nell'Estate del 1942 alla stazione di Nonantola, nei pressi di Modena, scesero quaranta tra bambini e ragazzi ebrei, tutti provenienti dalla Germania nazista. Lì, in quel piccolo paesino, quei quaranta ragazzi trovarono una casa, furono accolti. Grazie ad un luminoso e ahimè sporadico gesto di vera e pura solidarietà quei ragazzi vennero salvati, senza che per questo nessuno si aspettasse un encomio o una ricompensa. Oggi ciò che accadde a Nonantola potrebbe purtroppo soggiacere tra le pieghe del tempo, eppure fu così grande quello che venne fatto! Già, perchè sebbene il 1942 non viene mai citato dalla storia come un anno facile da ricordare, un anno di sconfitta per il genere umano, quella stessa Umanità qualcosa di buono fu capace di farla. Non tutto era perso, non del tutto.

Protagonisti di questa storia vera sono tutti i quaranta ragazzi salvati ed i loro salvatori i cui nomi oggi riecheggiano finalmente, riemergendo dal passato e ritornando sulle nostre labbra. Il compito di voce narrante lo Sciapeconi lo conferisce a Natan, un ragazzo che ha visto prendere suo padre e che ha dovuto dire addio alla madre ed al fratellino nella speranza, un giorno, di poterli riabbracciare tutti. Un giorno.

Sebbene anche a Nonantola, è chiaro, arriveranno le truppe naziste - la Storia è Storia - i ragazzi alloggiati a Villa Emma saranno protetti da un intero paese dove tutti, secondo le proprie possibilità, daranno una mano perchè il viaggio di quei ragazzi non si fermi ma continui verso la vita, verso la libertà.

L’unico potere che ho è decidere che cosa fare del mio tempo. Che cosa sarò. E che ne sarà della mia vita. Allora capisco che il tempo più prezioso è quello sottratto alla morte e al dolore. Questa sarà la mia vendetta. La mia vittoria sarà il modo in cui cancellerò, giorno per giorno, questo dolore inutile. Niente guerra per me, né bandiere, nessun “noi”. Nessun muro. Se fallirò, se falliremo, i nostri nemici continueranno a vivere sotto altre bandiere, dentro altri confini.

40 CAPPOTTI E UN BOTTONE è un romanzo che è un inno alla memoria, per una volta ad una memoria che non è macchiata da un'onta di vergogna ma che, invece, parla di speranza, quella della solidarietà gratuita che un fetta seppur piccola di Umanità fu capace di donare anche nell'anno più buio di questa Terra.

Scritto in uno stile scorrevole e di forte impatto emotivo, il romanzo d'esordio dello Sciapeconi arriva al cuore, consegna una storia vera che non dobbiamo dimenticare al pari dell'orrore e dell'odio, facendo riemergere una memoria che va preservata e riconsegnata alle pagine di Storia dov'è giusto che splenda, una goccia di speranza nel mare più oscuro. Inestimabile.


Grazie Ivan Sciapeconi perchè l'amore non va dimenticato, mai.



L'abbraccio più grande del mondo,

 

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