Buondì a tutti miei carissimi Hearts,
con grandissima gioia, oggi torna online Quattro chiacchiere con Ely e Susy , ovvero la rubrica crossover tra Il Regno dei Libri e I miei Magici Mondi grazie alla quale io e la mia carissima amica Susy ospitiamo nei nostri blog un'autrice italiana che amiamo particolarmente.
Se non lo sapeste ancora , ad ogni appuntamento di Quattro chiacchiere con Ely e Susy si da vita ad un'intervista a quattro mani che inizia su uno dei nostri due blog e finisce sull'altro.
Il primo appuntamento della nostra rubrica ha visto la partecipazione di Clizia Fornasier (QUI il mio post e QUI quello di Susy), oggi a farci visita è invece la carissima Tania Paxia, un'autrice che conosco da anni e che adoro.
Curiosi? Iniziamo subito allora e diamo il benvenuto alla nostra carissima Tania Paxia!
1. Grazie di cuore Tania per essere qui con noi, bentornata nel Regno dei Libri! Gli anni passano ma tu rimani una costante del panorama letterario italiano ed io non potrei esserne più felice, credimi. Dall’ultima volta che sei stata qui molte cose sono cambiate, adesso sei un’autrice Newton Compton ed i tuoi romanzi sono arrivati in libreria. Ecco quindi la mia prima domanda: cosa si prova vedendo il proprio romanzo fra gli espositori di una libreria? Ricordi quando è stata la prima volta che è successo e cosa hai provato?
Un attacco di ridarella. Ti giuro. Non mi fermavo più. Dopo un anno di attese e riletture varie, quelle risate (al limite della nevrosi, diciamocelo) liberatorie erano proprio ciò di cui avevo bisogno per scaricarmi da tutta la tensione accumulata nel corso del tempo. Poi, naturalmente, ho iniziato a scattare foto come se non ci fosse un domani collezionando altre figure del cappero in libreria, ma ormai è ordinaria amministrazione.
2. Lo sai bene perché non ne ho mai fatto mistero, tutti i tuoi libri che ho letto mi sono piaciuti moltissimo, hai uno stile così scorrevole che è un vero piacere leggerti, ma, lo sai, Siamo amici solo il mercoledì (The Woden’sDay) per me rimane speciale nel cuore. Ecco perché ti chiedo, pensi che Woden e Carter avranno mai un seguito? E, a proposito, ti piace scrivere di più romanzi autoconclusivi oppure l’ampio respiro delle saghe ti risulta più interessante?
Anche per me The Woden’sDay è speciale: l’ho scritto di getto seguendo un’idea che mi era balzata in testa (anche grazie alla passione per la meccanica che mi ha trasmesso mio padre) e, seppure abbia tanti difetti, rimane uno dei miei romanzi che mi fa sorridere ogni volta che mi salta in testa (soprattutto il mercoledì). Avevo in mente di scrivere il seguito, ma penso che non sia ancora il momento giusto per riprendere in mano la storia. Non è detto che non lo scriva in futuro, però. ;)
Scrivo sia romanzi autoconclusivi sia serie. La metodologia con cui tratto gli argomenti e i tempi è diversa: in un romanzo autoconclusivo c’è un finale (più o meno “aperto”) in un unico volume il che facilita le cose sia al lettore che allo scrittore. Di contro, talvolta non c’è la possibilità di soffermarsi su certi aspetti che magari dovrebbero essere più approfonditi. Questo ci porta alla serie; un punto a favore è la gestibilità del tempo narrativo che può essere dilazionato ed esteso in più volumi in modo tale da rendere tutto meno caotico e frettoloso. Di contro ci sono i gusti dei lettori: infatti non tutti hanno la pazienza di aspettare millemila volumi prima di sapere come va a finire una storia (io faccio parte dei lettori impazienti, ma quando la serie merita vorrei leggerla all’infinito). Mi piacciono entrambi gli approcci alla scrittura. In definitiva, a me basta scrivere e poco importa che sia una storia racchiusa in un unico volume o in una serie.